Il licenziamento durante un periodo di malattia è una questione delicata e molto discussa. La legge tutela il lavoratore assente per motivi di salute, ma esistono dei casi in cui il licenziamento è possibile. In questo articolo spieghiamo quali sono i limiti imposti al datore di lavoro, quando il licenziamento è legittimo o illegittimo e come difendere i propri diritti.
1. Il principio della tutela del lavoratore in malattia
In Italia, il lavoratore assente per malattia gode di una protezione speciale contro il licenziamento, prevista sia dalla legge che dai contratti collettivi. Questo principio ha l’obiettivo di tutelare il lavoratore durante un periodo di vulnerabilità fisica e psichica.
Periodo di comporto
Il “periodo di comporto” è l’arco di tempo durante il quale il lavoratore ha diritto a conservare il posto anche in caso di assenza per malattia.
- La durata varia in base al contratto collettivo applicato e può andare, ad esempio, da 180 a 270 giorni.
- Se il lavoratore supera il periodo di comporto, il datore di lavoro può legittimamente procedere al licenziamento.
2. È possibile licenziare un lavoratore in malattia?
La regola generale è che il licenziamento durante il periodo di comporto è vietato. Tuttavia, esistono eccezioni in cui è consentito:
Casi in cui il licenziamento è vietato:
- Se la malattia è regolarmente certificata.
- Se il lavoratore è ancora nel periodo di comporto previsto dal contratto.
- Se non ci sono motivi disciplinari o economici indipendenti dalla malattia.
Casi in cui il licenziamento è possibile:
- Superamento del periodo di comporto.
- Giusta causa disciplinare, anche se il lavoratore è in malattia (es. comportamento scorretto, uso improprio dei permessi).
- Licenziamento per motivi economici, non collegati allo stato di salute del lavoratore.
- Chiusura dell’azienda o reparto in cui il lavoratore era impiegato.
3. Cosa succede in caso di licenziamento illegittimo durante la malattia?
Se il datore di lavoro licenzia un dipendente ancora in periodo di comporto e senza giusta causa, il licenziamento è illegittimo o nullo.
Il lavoratore ha diritto a:
- Essere reintegrato nel posto di lavoro, nei casi previsti dalla legge.
- Ricevere un risarcimento economico per i danni subiti (mensilità non percepite, danno morale, ecc.).
- Recuperare il TFR e le indennità maturate.
L’impugnazione del licenziamento deve avvenire entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione scritta.
4. Come difendere i propri diritti?
Cosa fare in caso di licenziamento durante la malattia:
- Conservare tutta la documentazione: certificati medici, comunicazione di licenziamento, contratti.
- Contattare subito un avvocato esperto in diritto del lavoro.
- Impugnare formalmente il licenziamento entro i termini previsti.
- Avviare una trattativa extragiudiziale o un’azione legale, a seconda del caso.
Un avvocato potrà analizzare la legittimità del provvedimento, verificare l’applicazione del contratto collettivo e accompagnare il lavoratore in tutto il percorso.
5. Il ruolo del contratto collettivo nazionale (CCNL)
Ogni CCNL stabilisce durata del comporto, modalità di comunicazione dell’assenza e tempi di conservazione del posto. Ad esempio:
- Il CCNL Commercio prevede un comporto di 180 giorni in 3 anni.
- Il CCNL Metalmeccanico estende il comporto a 12 mesi in presenza di patologie gravi.
È fondamentale verificare il contratto applicato per sapere con esattezza quali diritti spettano al lavoratore.
Conclusione: Rivolgiti a un legale per tutelare la tua posizione
Il licenziamento durante la malattia è un evento che può generare gravi conseguenze economiche e personali. Se ritieni di essere stato licenziato ingiustamente durante un’assenza per motivi di salute, puoi agire legalmente per ottenere giustizia.
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